“Pagare o non pagare, è questo il dilemma”.

polizia

 

Pago subito 280 € (la misura ridotta di 400 €) oppure impugno la contestazione ?

Questo il dubbio amletico del 2020.

Se mi contestano di aver violato una misura “anti-covid” è meglio che la paghi subito oppure che la contesti?

A chiedercelo siamo in molti, e la risposta non è affatto semplice né può essere generalizzata: variano infatti in ciascuno di noi sia le aspettative di principio che le possibilità economiche che indubbiamente condizionano la scelta di ricorrere o meno.

Partendo dal principio, per poter risolvere il dilemma è anzitutto fondamentale comprendere come funzioni in questo caso il meccanismo sanzionatorio, che non è in tutto identico a quello prescritto per le violazioni al codice della strada.

Le differenze sono due.

La prima.

La multa inflitta per la violazione di norme del codice della strada costituisce “titolo esecutivo”, e quindi se non la pago mi ritrovo con la sanzione intera direttamente in cartella esattoriale.

La sanzione comminata per violazione delle prescrizioni Covid, invece, per divenire titolo esecutivo necessita di un ulteriore provvedimento, chiamato “ordinanza ingiunzione”. Questo provvedimento viene emesso dal Prefetto nel caso in cui la sanzione originariamente inflitta non venga pagata. Se nemmeno questo verrà osservato, la sanzione finirà in cartella.

La seconda.

Il verbale di accertamento di una violazione della normativa “anti-covid”, diversamente dalle multe per violazione del codice della strada, non può essere impugnato davanti al Giudice di Pace. Contro questo verbale si potranno piuttosto presentare difese al Prefetto entro 30 giorni dalla ricezione, eventualmente chiedendo di essere sentiti personalmente dall’Autorità. Questo sempre che non si preferisca pagare entro 5 giorni dalla consegna del verbale la sanzione ridotta del 30%. Ricorrendo al Prefetto, infatti, ciò non sarà più possibile, e nemmeno si potrà ricorrere nel caso in cui il pagamento sia già intervenuto.

Una volta interpellato, il Prefetto potrà archiviare il procedimento, così “liberando” il ricorrente, oppure emanare l’ordinanza ingiunzione che rinnoverà la richiesta di pagamento della sanzione che questa volta sarà quantificata secondo la gravità del fatto ed anche tenendo conto delle condizioni economiche del sanzionato. Non è dunque detto che il Prefetto commini una sanzione nuovamente pari minimo, ma sarà comunque possibile che Egli preveda, in caso di difficoltà economiche documentate, un termine di pagamento maggiore agli ordinari 30 giorni o comunque un pagamento rateale in un massimo di 30 rate con importo almeno pari a 15 euro ciascuna.

Ci si è peraltro chiesti se per le violazioni delle misure anti-covid valga la stessa regola prevista per le violazioni del C.d.S., ovvero se in caso di rigetto del Prefetto questi abbia l’obbligo di emettere una sanzione pari al doppio del minimo edittale, come previsto dall’art. 203 C.d.S.. Non risultando però tale disposizione richiamata dal D.L. 19/20 si propende per la soluzione più favorevole al sanzionato, ovvero per l’assenza dell’obbligo di raddoppio.

Detto questo e tornando al quesito iniziale, è importante aggiungere che la difesa avanti al Prefetto, così come quella nel successivo ed eventuale ricorso al Giudice di Pace, può essere condotta autonomamente dal sanzionato, senza l’assistenza di un professionista e senza i relativi costi. Unico costo resta il pagamento del contributo unificato di 43 € dovuto in caso di ricorso al G.d.P.

Dunque, nel decidere se pagare o impugnare la sanzione, peseranno sostanzialmente i 120 € che si risparmierebbero corrispondendola subito. E’ su questi che dovremmo ragionare, chiedendoci se le nostre possibilità di vittoria siano tali da correre il rischio di dover pagare – nel caso in cui il Prefetto ci desse torto – 400 euro anziché 280, oppure se un qualche obbligo – che pur non condividiamo – sia stato effettivamente violato. In questo secondo caso probabilmente sarà preferibile limitare il danno, versando nei 5 giorni l’importo ridotto. Ovviamente salvo che la difesa dei nostri principi non valga per noi sempre e comunque più della cifra che potremmo “risparmiare” pagando e tacendo.

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