Dopo l’approvazione della Camera, ora al vaglio del Senato il disegno di legge che vorrebbe introdurre nuovi criteri per l’acquisto della cittadinanza italiana.

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Come già accennato, il DDL 2092 promosso da alcuni deputati del PD prevede di introdurre, mediante una modifica della L. 91/92, lo “ius soli” e lo “ius culturae” come ulteriori criteri di acquisto della nostra cittadinanza.

In particolare, per quanto riguarda lo “ius soli” (cosiddetto “temperato”),  il progetto vuole consentire di divenire italiano a chiunque nasca nel nostro Paese da genitori stranieri, di cui almeno uno in possesso di un diritto di soggiorno permanente (art. 14 d.lgs 30/07) o di un permesso UE per soggiornanti di lungo periodo (art. 9 d.lgs 286/98).

E’ bene dunque rammentare, in estrema sintesi, che il diritto di soggiorno permanente è acquisibile dal cittadino comunitario – o da un familiare – dopo 5 anni di regolare e continuativo soggiorno in Italia, mentre il permesso UE può essere rilasciato allo straniero che dimostri di conoscere la lingua, di essere in possesso da almeno 5 anni di regolare permesso, di godere di un determinato reddito annuo e di disporre di un adeguato alloggio.

Per quanto concerne invece lo “ius culturae“, lo stesso permetterebbe di divenire cittadino a chiunque, giunto in Italia entro i 12 anni o natovi, abbia svolto qui almeno 5 anni del suo percorso di studi e/o formazione.

La stessa possibilità sarebbe inoltre concessa a chi, fatto ingresso entro i 18 anni, abbia legalmente risieduto nel Territorio per almeno 6 anni, frequentando (con conseguimento del titolo) almeno un ciclo scolastico presso un istituto nazionale.

In presenza dei citati presupposti, la cittadinanza conseguirebbe ad una semplice dichiarazione di volontà resa all’ufficiale di stato civile dall’avente diritto o da chi ne eserciti la potestà genitoriale.

Il termine per esprimere tale volontà è individuato nel compimento del diciottesimo anno del beneficiario, il quale potrà però provvedere autonomamente – nel caso in cui non lo abbiano fatto per lui i genitori – entro i due anni dalla maggiore età.

Qualora la riforma venisse approvata, delle nuove possibilità di acquisto della cittadinanza dovranno essere informati tutti i genitori stranieri di un bimbo nato in Italia, ed anche tutti i minori stranieri che compiano dopo sei mesi la maggiore età. Tanto affinché gli interessati possano consapevolmente e tempestivamente provvedere al necessari adempimenti.

Una volta acquisita, la cittadinanza potrà sempre essere rinunciata purché l’interessato si attivi entro due anni dalla maggiore età, e risulti già cittadino di un altro Stato.

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