Nell’era della digitalizzazione anche l’esenzione  diventa QR code.

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Giunge al capolinea la certificazione cartacea attestante l’impossibilità di ricevere le dosi di vaccino.

E’ infatti dello scorso 4 febbraio il decreto con cui il Presidente del Consiglio dei Ministri, “di concerto” (ma ovviamente non per suonarcele) con il Ministeri della salute, per l’innovazione tecnologica e dell’economia e finanze, introduceva l’obbligo di sole esenzioni vaccinali telematiche, con conseguente perdita di efficacia delle “sorelle” cartacee.

E chi ne possegga una, cosa deve fare?

Semplice (o quasi).

Entro il prossimo 28 febbraio chiunque abbia in mano un “pezzo di carta” dovrà chiedere al proprio medico di base, al pediatria, o a un medico vaccinatore, la “riemissione” del documento in formato digitale.

Il decreto parla proprio di riemissione.

Il medico, nel procedere, dovrà allora accertare se sia venuta meno la specifica condizione clinica che aveva giustificato l’iniziale rilascio dell’esonero e, in caso ciò sia accaduto, dovrà comunicare – sempre telematicamente al sistema – il venir meno dei presupposti. Ne conseguirebbero la fine di validità dell’esenzione e così la fine delle cene e degli aperitivi “fuori porta”.

Diversamente, una volta registrati i dati dell’esenzione da parte del medico che non riscontri un mutamento delle condizioni legittimanti l’esonero, l’interessato riceverà l’ormai classico messaggino con il codice AUTHCODE grazie al quale potrà scaricare l’ormai ever green pass.

Oltre all’authcode all’esentato verrà inoltre fornito un CUEV (codice di esenzione) con il quale potrà anche fruire di test rapidi gratuiti presso le farmacie.

Il codice QR scaricato per esenzione avrà le stesse fattezze degli altri, e in caso di verifica non si distinguerà rispetto ai gemelli rilasciati per vaccino o guarigione.

Detto questo la domanda è una: si tratta davvero di digitalizzazione delle precedenti esenzioni cartacee o piuttosto di un azzeramento e di ripartenza degli esoneri, con una seconda valutazione di chi sia già stato esentato una prima volta?

La questione non è di poco conto se si considera come taluni vivano male e con estrema preoccupazione la propria condizione di soggetti affetti da patologie di “dubbio rischio”, ovvero di patologie/condizioni per le quali l’esentabilità non è unanime.

Confidiamo quindi che anche questi soggetti possano trovare il dovuto ascolto.

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