“Vuoi che alla regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?”
E’ questo il quesito che domenica 22 ottobre 2017 (con urne aperte dalle ore 7 alle 23) verrà presentato ai cittadini veneti. Si tratta di un referendum regionale consultivo sull’autonomia: in caso di vittoria del SI l’esito non sarà comunque vincolante. Non ci sarà alcun effetto concreto nell’immediato ma il risultato potrebbe avere un notevole peso politico.
Va sottolineato, innanzitutto, che il quesito è formulato nel totale rispetto della nostra Costituzione che, all’art. 116, concede proprio alle regioni a statuto ordinario di chiedere “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” su determinate materie.
Possono votare i cittadini iscritti nelle liste elettorali dei comuni veneti, mentre non è previsto il voto a distanza o dall’estero. L’elettore dovrà presentarsi al seggio indicato nella propria tessera elettorale munito di un documento di riconoscimento valido. Nella provincia di Belluno, in aggiunta a quello regionale, si terrà anche un referendum consultivo per una maggiore autonomia provinciale.
Perché la proposta possa dirsi approvata è necessaria la partecipazione della maggioranza (50% più uno) degli aventi diritto e che il SI rappresenti la maggioranza dei voti espressi.
In discussione non c’è l’indipendenza, ne la possibilità di diventare regione a statuto speciale (sarebbe necessaria una modifica della Costituzione). Il Veneto piuttosto aspira al trasferimento di maggiori competenze da parte Stato in uno alla possibilità di mantenere nel Territorio una parte più sostanziosa di risorse, riducendo il residuo fiscale (ovvero la differenza tra quanto un territorio versa allo Stato sotto forma di imposte e quanto riceve come spesa pubblica).
Come già anticipato, dalla vittoria del SI il Veneto non guadagnerebbe automaticamente più autonomia ma nel caso in cui alla votazione partecipasse la maggioranza degli aventi diritto, il Consiglio regionale sarebbe tenuto ad esaminare l’argomento entro 90 giorni dalla proclamazione dei risultati e a motivare le decisioni eventualmente adottate in difformità dell’esito (art. 27 Statuto regionale).
L’iter, in caso di esito positivo del referendum, prevede che vengano messi a punto un programma di negoziati ed un disegno di legge che, dopo eventuali modifiche concordate con lo Stato, dovrebbe essere approvato dal Parlamento con maggioranza assoluta.
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